La”CASA DI TUTTE LE GENTI”

di Noemi Stancampiano, Giulia Conigliaro, Fabiola Lio, Giulia Cricchio e Francesca Raia, 3E

intervista

 

casa di tutte le gentiNel programma della “Settimana dello studente”, la classe III°E ha svolto il 19 Aprile 2023 l’attività di volontariato presso l’associazione ”CASA DI TUTTE LE GENTI”, aperta nel 2005 in un’area di residenza di famiglie immigrate in condizioni di particolare rischio. Si ha l’impegno di fornire assistenza socioeducativa a bambini di genitori immigrati e no, in età prescolare, le cui famiglie si trovano in situazioni di particolare disagio.
La responsabile Zenaida Isabel Soares Boaventura, un’audace donna capoverdiana da più di trent’anni in Italia che ha sperimentato in prima persona l’odissea della migrazione, ha portato avanti l’idea di far qualcosa per aiutare le persone come lei, migrate dai propri paesi di origine per uscire da una condizione di clandestinità e garantire a se stessi e alla loro famiglia una vita migliore in cui poter essere liberi di crescere e decidere.
La Casa è aperta tutti i giorni dalle 7.00 alle 19.00, esclusi il sabato pomeriggio e la domenica,  accoglie come centro ludico per l’infanzia, trenta bimbi di 0-5 anni ed offre sostegno scolastico a circa quindici bambini e ragazzi, dai 6 ai 14 anni. I bambini sono per la maggior parte figli della prima e della seconda generazione di migranti (mauriziani, ivoriani, nigeriani, congolesi, rumeni, capoverdiani, indiani, tunisini, tamil, singalesi ecc.) ma non mancano anche bimbi palermitani ed i figli delle coppie interculturali; questo numero di bambini in estate aumenta notevolmente e l’aiuto dei volontari risulta di vitale importanza. Ognuno di noi dovrebbe fare qualcosa, anche con un minimo impegno, per aiutare questi centri ad andare avanti; noi ragazzi, delle nuove generazioni, ci ritroviamo coinvolti in ciò che accade nel nostro territorio e dare una mano a chi ne ha bisogno è un piccolo gesto per garantire un futuro a chi, invece, non ha nulla e ha lasciato la propria casa, in cerca di un posto sicuro e migliore.
Nel corso della nostra visita, abbiamo voluto parlare con i volontari del centro per comprendere appieno ciò che accade. Abbiamo intervistato la responsabile Zenaida, la figlia e la nipote; dai loro occhi abbiamo potuto notare una scintilla luminosa, che rispecchia ciò in cui credono e in quello che fanno; vanno avanti per far star bene e far vivere momenti di svago a questi bambini. La loro forza è davvero grande e quando si crede intensamente ad un progetto, il loro progetto, si diventa parte di un qualcosa di più grande, una vera e propria “FAMIGLIA”.
La nipote di Zenaida, ci ha risposto a delle domande che abbiamo posto.


Com’è nata l’idea di svolgere volontariato presso quest’associazione?
“L’idea è venuta da Zenaida, colei che ha creato questa associazione”, parla la nipote di Zenaida, lei dopo il lavoro andava a dare una mano alla zia e piano piano ha iniziato a gestirlo con lei. "
C’è collaborazione da parte degli altri?
"Per quello che è possibile c’è collaborazione da parte dei genitori e i volontari, quando vengono, danno una grande mano, perché le spese sono tante ed occorrono degli aiuti."
Vi viene difficoltoso gestire un numero così elevato di bambini?
"No, organizzandoci con i più piccoli e più grandi si va avanti. Il giardino presente aiuta molto. Troviamo bimbi di tutte le età, i più piccoli stanno più attaccati ai volontari, i quali si affezionano a loro."
Quali attività svolgete?
"I bimbi più piccoli disegnano e ballano, i più grandi giocano a calcio, oppure giocano nel giardino, molto utilizzato nel periodo estivo."

La figlia di Zenaida ci ha raccontato cosa accade in una giornata tipo.
Com’è strutturata una giornata tipo del centro?
"Finalmente si è riusciti a trovare una sorta di routine: si fa la merenda, dopo si fanno giocare, guardare i cartoni, ballare un po', fino al pranzo, riposano nei lettini con la ninna nanna, dando una routine senza farli impazzire. Dopo il riposo rifanno merenda. In estate c’è molto da fare, stiamo molto giù, giocando, con piscine gonfiabili. D’inverno è molta
la routine: mangiano, giocano, dormono; è presente una grande responsabilità nel gestirli, bisogna avere occhi aperti in tutte le parti, per non farsi scappare nessuno. In estate c’è molto volontariato e i bambini arrivano ad essere 60, per le vacanze scolastiche. Solitamente si hanno 25-30 bambini, ma quando si verificano vacanze o assemblee ce ne ritroviamo di più. I bambini sono abituati, hanno già uno schema mentale e quando c’è tanto volontariato, sono loro i primi a confondersi, poiché viene scombinata, per un attimo, la loro routine quotidiana: piangono di più, sono agitati. Per me è importante dare una routine ai bambini. Vengono bambini dai 6 mesi fino ai 14 anni, si fidano, hanno creato un legame, una grande famiglia. I ragazzi grandi aiutano con i più piccoli; vi è una grande collaborazione."
Come gestite i bambini che non comprendono bene l'italiano?
"Molti bambini vengono da paesi diversi e non tutti riescono a capire e parlare l’italiano, ma per fortuna io me la cavo bene con le lingue, sono il loro “jolly”, parlo con le mamme in inglese, francese, spagnolo, soprattutto con i bambini nuovi e parlano l’inglese, me ne occupo un po' di più io."
I bambini sono diversi, come vi comportate con i vari caratteri?
"Ci sono bambini più timidi, per il loro carattere, chiusi, ma cerco di rispettare questo, perché ogni bambino è a sè: c’è il bambino che arriva e non piange mai, mentre ci sarà quel
bambino che viene da 1 anno, che piangerà ogni giorno in quelle 2 ore, si cerca sempre di rassicurare i bambini dicendo che la mamma come sempre torna a prenderlo. Gli facciamo capire che questo contesto non è un abbandono, la mamma deve andare a lavorare e loro stanno qui, si divertono, giocano con altri bambini. Io mi sono abituata, tutto quello che faccio per me è naturale, spontaneo, è parte della mia vita."

Nell'intervista che abbiamo avuto con Zenaida, dai suoi occhi abbiamo potuto osservare una luminosità che contraddistingue chi crede in ciò che fa, lei ha avuto un grande coraggio poiché, da immigrata, ha voluto creare un centro per aiutare le altre mamme immigrate. Questa donna ha una grande senso di umiltà, altruismo e generosità che la contraddistinguono.

Com'è nata l'idea di creare un centro di questo genere?
"Qui nel nostro asilo sono presenti 18 paesi diversi, con lingua differenti. Io provengo da Capoverde, da una famiglia numerosa, siamo 13 figli, mia mamma era una persona che ha sempre aiutato la chiesa e a casa c’era sempre gente, da qui il nome “LA CASA DI TUTTE LE GENTI”. A 18 anni sono arrivata a Palermo, ho lavorato come babysitter presso molte famiglie, perché mi è sempre piaciuto stare con i bambini, poi mi sono sposata, ho avuto 3 figli e quando li ho avuti non potevo più lavorare, allora mi sono chiesta che fare, dovevo fare qualcosa, poiché avevo sempre qualcuno che mi lasciava i bambini per poter andare a lavorare. Volevo e voglio dare alle mamme immigrate soprattutto, la possibilità di poter trovare un lavoro, per avere una messa in regola ed uscire dalla clandestinità; siccome io ero già da tanti anni qui, avevo acquisito l’esperienza, la lingua e quant’altro, insieme alle richieste delle mamme, deciso di autofinanziarci e aprire questo posto, che è aperto dal 2005, ma dal 2003 in case mia tenevo già i bambini. Ho avuto supporto dalle madri, dallo Stato non ho mai avuto niente, niente fondi, tutto nostro e aiuto dei volontari, dei donatori ,molti studenti. Andiamo avanti con la donazione; l’unica cosa che i genitori danno obbligatoriamente è un’assicurazione annuale e quel tot per le spese del posto: spese giornaliere, l’affitto, la luce. Sono tante mamme, ma è presente chi non può uscire dei soldi, ma questo non è un problema, assolutamente. La motivazione è questa, levarli dalla clandestinità. Io non ho avuto nessun aiuto con i miei figli, visto che non ci sono nonni o zii, quindi ho voluto dare una mano attraverso ciò."
E’ stata appoggiata nel progetto?
"Ho avuto aiuto, è chiaro che chiunque passi, ancora oggi, e ci guarda si chieda come una donna immigrata abbia potuto a creare ciò, diverse volte hanno fatto delle segnalazioni, ma grazie a Dio siamo ancora qua. Nel mio percorso, la fiducia delle mamme è stata importante, sono arrivata fino a 70 bambini, ma ora, dopo la pandemia, non posso più e anche l’aiuto è calato. Durante la pandemia, rimanere chiusi per 3 mesi è stato difficile, soprattutto per le mamme che non avevano un lavoro messo in regola. Anche in quel periodo, ho dato una mano: andavo a prendere la spesa o me la portavano i donatori e quando si poteva la consegnavo alle famiglie che ne avevano bisogno."